NATO

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Organizzazione del Trattato
dell'Atlantico del Nord
(EN) North Atlantic Treaty Organization
(FR) Organisation du Traité de l'Atlantique Nord
NATO OTAN landscape logo.svg
Flag of NATO.svg
AbbreviazioneNATO / OTAN
Tipoalleanza militare
Fondazione4 aprile 1949
Scopocollaborazione militare
Sede centraleBelgio Bruxelles
Area di azione26 816 472 km2
Segretario generaleNorvegia Jens Stoltenberg
Lingue ufficialiinglese, francese[1]
Membri30 (2022)

Albania Albania
Belgio Belgio
Bulgaria Bulgaria
Canada Canada
Croazia Croazia
Danimarca Danimarca
Estonia Estonia
Francia Francia
Germania Germania
Grecia Grecia
Islanda Islanda
Italia Italia
Lettonia Lettonia
Lituania Lituania
Lussemburgo Lussemburgo
Macedonia del Nord Macedonia del Nord
Montenegro Montenegro
Norvegia Norvegia
Paesi Bassi Paesi Bassi
Polonia Polonia
Portogallo Portogallo
Regno Unito Regno Unito
Rep. Ceca Rep. Ceca
Romania Romania
Slovacchia Slovacchia
Slovenia Slovenia
Spagna Spagna
Stati Uniti Stati Uniti
Turchia Turchia
Ungheria Ungheria

Bilancio900 miliardi di [2] (2018)
MottoAnimus in consulendo liber
Sito web
Mappa dei paesi aderenti alla NATO.
Il quartier generale della NATO a Bruxelles.

L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (in inglese: North Atlantic Treaty Organization, in sigla NATO, in francese: Organisation du Traité de l'Atlantique Nord, in sigla OTAN) è un'organizzazione internazionale per la collaborazione nel settore della difesa.

Il trattato istitutivo della NATO, il Patto Atlantico, fu firmato a Washington il 4 aprile 1949, ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso anno. Attualmente, fanno parte della NATO 30 Stati del mondo. Ha sede a Bruxelles: il nuovo quartier generale è stato inaugurato nel 2017, mentre il trasloco dalla vecchia sede è stato completato nel 2018.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

«Lo scopo della NATO è di tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi»

(Affermazione attribuita a Lord Ismay, primo Segretario generale della NATO[3])

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il Patto Atlantico prendeva origine dalla percezione che il mondo occidentale (costituito da Stati Uniti d'America, Canada, Regno Unito, Francia, Norvegia, Germania, Italia e altri Paesi dell'Europa occidentale), dopo la seconda guerra mondiale, stesse cominciando ad accusare tensioni nei confronti dell'altro paese vincitore della guerra, ossia l'Unione Sovietica, con i suoi Stati satellite.

Cominciava, infatti, a svilupparsi nelle opinioni pubbliche occidentali il timore che il regime sovietico potesse "non accontentarsi" della spartizione geografica generata, al termine della Guerra, da varie conferenze di pace e che, radicalizzando i contenuti ideologici della società, volesse intraprendere una mira espansionista per l'affermazione globale dell'ideologia comunista. Ciò generò un movimento di opinione che - anche grazie alle varie attività in tal senso organizzate dagli Stati Uniti d'America - cominciò a svilupparsi in modo generalizzato nei Paesi occidentali e che identificò una nuova assoluta necessità di garantire la sicurezza del mondo occidentale dalla minaccia comunista; la NATO, quindi, rispondeva all'esigenza di allearsi e di mettere a fattore comune i propri dispositivi di difesa, per reagire "come un sol uomo" a un eventuale attacco.[4]

Il ponte aereo di Berlino[modifica | modifica wikitesto]

Tale sentimento ebbe una significativa spinta dopo i fatti di Berlino del 1948. La città tedesca, simbolo del nazismo e capitale della Germania hitleriana, dopo Jalta venne a trovarsi nel territorio della Germania Est, ossia sotto influenza sovietica, e venne suddivisa in 4 zone, tre delle quali controllate dai Paesi occidentali e la quarta (la parte orientale della città) dall'Unione Sovietica. Berlino Est divenne Capitale della Germania Est.

Dopo alcuni mesi durante i quali i sovietici avevano cominciato a manifestare disagio e dissenso sulla situazione territoriale e logistica "anomala" di Berlino (enclave occidentale in territorio orientale), che permetteva alle genti sottoposte al regime socialista di transitare facilmente all'Ovest trovandovi rifugio, il 24 giugno 1948 decisero di chiudere il corridoio terrestre attraverso il quale Berlino Ovest era connessa al mondo occidentale, impedendo, di fatto, il suo approvvigionamento logistico: il successivo ponte aereo, organizzato dal mondo occidentale per assicurare la sopravvivenza della popolazione di Berlino Ovest, è entrato nella storia.

La vicenda dell'"assedio" di Berlino Ovest fece forte impressione sulle popolazioni occidentali e, di fatto, favorì la decisione di istituire un'Alleanza del mondo occidentale contro la percepita minaccia sovietica.

Paesi fondatori[modifica | modifica wikitesto]

Il concetto informatore dell'Alleanza: la "difesa collettiva"[modifica | modifica wikitesto]

Il concetto informatore di questa nuova "Alleanza" era quello della "difesa collettiva", riportato nell'art. 5, che recita:

«Le parti concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o in America settentrionale, deve essere considerato come un attacco contro tutte e di conseguenza concordano che, se tale attacco armato avviene, ognuna di esse, in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dall'articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate prendendo immediatamente, individualmente o in concerto con le altre parti, tutte le azioni che ritiene necessarie, incluso l'uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell'area Nord Atlantica.»

Questa misura era concepita in modo tale che se l'Unione Sovietica avesse lanciato un attacco contro uno qualsiasi dei paesi membri, questo sarebbe stato trattato da ciascun paese membro come un attacco diretto, ed era rivolta soprattutto a una temuta invasione sovietica dell'Europa occidentale[5]. Le trattative si svolsero tra i firmatari del trattato di Bruxelles (Regno Unito, Francia e Benelux), Stati Uniti d'America, Canada, Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo e Italia[6]. L'Unione Sovietica protestò vivacemente, affermando la natura aggressiva nei suoi confronti del Patto. Da lì a pochi anni, nel 1955, essa avrebbe dato vita a un'Alleanza militare contrapposta alla NATO: il Patto di Varsavia.

Il Trattato Nord Atlantico, fu firmato a Washington il 4 aprile 1949, ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso anno. La creazione degli organi politici dell'Alleanza Atlantica impiegò circa un anno di lavori, tra il maggio 1950 e lo stesso mese del 1951; nelle riunioni a Londra e a Bruxelles i ministri degli Esteri si accordarono per la creazione di un Consiglio Permanente, dotato di potere esecutivo, affiancato da tre comitati, di difesa economica e finanziaria, di difesa e militare, inglobati poi nel Consiglio Permanente nella conferenza di Londra del maggio 1951.

La "guerra fredda"[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Patto di Varsavia e Guerra fredda.

Otto anni prima della nascita del Patto di Varsavia ebbe inizio la "guerra fredda", così definita in quanto, in realtà, mai combattuta sul campo, ma per la quale i due blocchi prepararono i loro dispositivi militari in modo così meticoloso e credibile che fu sviluppato il concetto di "pace armata" (attuato anche con armi nucleari potenzialmente distruttive per l'umanità intera).

Dopo la caduta del muro di Berlino, che simboleggiò la fine del socialismo reale e soprattutto dell'URSS, la NATO ha radicalmente cambiato la sua visione strategica, avviando un processo di radicale trasformazione. Dopo i fatti dell'11 settembre 2001 è avvenuto un nuovo cambiamento nelle strategie dell'Alleanza, che si è configurata anche come l'organizzazione mondiale principale per la lotta effettiva al terrorismo internazionale.

Il disposto dell'art. 5 del Trattato, mai attuato durante la Guerra fredda, venne invocato per la prima volta nella storia il 12 settembre 2001 dagli Stati Uniti, in risposta all'attacco terroristico del giorno precedente a New York e Washington.

Dalla caduta del muro di Berlino a oggi[modifica | modifica wikitesto]

Dalla caduta del muro di Berlino in poi, la NATO ha progressivamente perso la propria caratteristica di "Alleanza Difensiva" per orientarsi sempre più come un ambito di collaborazione militare tra Paesi aderenti. Dopo gli eventi dell'11 settembre 2001, gli Stati Uniti hanno richiesto l'intervento dell'Alleanza sulla base dell'art. 5 del trattato. In linea generale, la NATO oggi rappresenta l'organizzazione militare più utilizzata per l'imposizione del pieno rispetto della Carta dell'ONU e delle norme e convenzioni di Diritto umanitario e di Diritto bellico, delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU relative a situazioni di crisi di importanza globale.

I principi generali che regolano le attività dell'Alleanza sono mutati nel tempo, adattandosi ai continui cambiamenti del panorama geopolitico internazionale, e attualmente possono essere riassunti nei seguenti punti:

  • ogni attività dell'Alleanza avviene sulla base di decisioni prese secondo il principio del consenso, anche ai livelli organizzativi più bassi. Il principio del consenso, da non confondere con quello dell'unanimità, non richiede una votazione in cui ogni membro manifesti il suo assenso tramite il voto;[7]
  • ogni paese contribuisce alle capacità militari della NATO secondo un rigido principio di volontarietà;
  • le truppe o i materiali messi a disposizione della NATO, dalle varie Nazioni, sono sotto comando permanente della nazione che li esprime, e vengono assegnati alla NATO e impiegati da un Comandante NATO, solo in caso di necessità;
  • le truppe assegnate alla NATO durante un'operazione (per esempio, ISAF), vengono impiegate dal comandante NATO secondo criteri di impiego delle truppe definiti in un "piano operativo" (OPLAN) approvato a livello di "Comando strategico" (Comando Alleato per le operazioni, Allied Command Operations, ACO). Tuttavia, le "regole di ingaggio" (rules of engagement, ROE), ossia la caratterizzazione pratica delle azioni militari, sono espressamente concordate con il Governo della Nazione di appartenenza delle truppe che, per verificarne la loro osservanza, mantiene nell'Area di Operazioni un proprio Rappresentante Nazionale di alto livello (Senior National Representative, SNR);
  • i costi di funzionamento dell'Alleanza sono ripartiti tra i paesi membri in funzione dei loro PIL;
  • nessuna attività (operativa, logistica, o di addestramento militare) viene operata in ambito NATO senza che sia preceduta da un'apposita consultazione (in ambito NATO non esistono votazioni in quanto tali consultazioni si basano sul principio del silenzio-assenso), in cui ogni paese membro ha facoltà di esprimere la propria volontà;
  • Tutti i paesi membri della NATO hanno la stessa importanza e uguale peso al tavolo negoziale. Ognuno di essi ha facoltà, a tutti i livelli decisionali, di rompere l'unanimità esprimendo il proprio parere contrario alle varie questioni poste sul tavolo del Comitato Atlantico o di ogni altro comitato a esso subordinato. In pratica il parere contrario di un qualsiasi Alleato, anche il più piccolo, equivale a un veto in quanto impedisce il raggiungimento del consenso stabilito dal Trattato Atlantico.
Soldati italiani durante l'operazione ISAF sotto comando NATO.

Il declino del sostegno in patria al multilateralismo statunitense[8] ha fatto riemergere negli analisti la convinzione che "il ritiro delle truppe americane (con relative armi atomiche) dall’Europa occidentale (...) certificherebbe in modo definitivo la fine dell’ormai inattuale Alleanza atlantica"[9]. Ma lo stesso presidente degli Stati Uniti Trump ha smentito tali considerazioni[10].

Cronologia storica essenziale[modifica | modifica wikitesto]

I confini della NATO (blu) e del Patto di Varsavia (rosso).
La NATO in Europa nel 1973.
  • 17 marzo 1948: Benelux, Francia e Regno Unito firmano il Trattato di Bruxelles, creando i presupposti per la nascita dell'Unione dell'Europa Occidentale (il trattato sull'UEO verrà ratificato ufficialmente il 5 maggio 1955 con l'ingresso della Germania Ovest).
  • 4 aprile 1949: Il Trattato NATO viene firmato a Washington da 12 Stati membri fondatori e cioè Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti d'America.
  • 14 maggio 1955: Il Trattato del Patto di Varsavia viene firmato a Varsavia (Polonia) dall'Unione Sovietica e dai suoi stati satelliti allo scopo di controbilanciare la NATO. Entrambe le organizzazioni si fronteggiarono durante tutta la Guerra fredda.
  • 1966: Charles de Gaulle decide l'uscita della Francia dal comando militare NATO per poter perseguire un proprio programma di difesa non necessariamente dipendente da altri paesi[11], mantenendo la sua autonomia anche nelle scelte nel programma nucleare. Questo fatto accelera il trasloco del quartier generale NATO da Parigi a Bruxelles, che avviene il 16 ottobre 1967. Mentre il quartier generale politico si trova a Bruxelles, il quartier generale militare (SHAPE, ovvero Supreme Headquarters Allied Powers Europe), si trova poco più a sud, nella città di Mons.
  • 1990: Con l'unificazione della Germania, il territorio dell'ex DDR entra a far parte della NATO: per la prima volta un territorio precedentemente sottoposto all'influenza sovietica passa all'alleanza occidentale.
  • 31 marzo 1991: Finisce il Patto di Varsavia. Viene dissolto ufficialmente il 1º luglio.
  • 8 luglio 1997: Tre Paesi ex-comunisti, Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca, vengono invitati a unirsi alla NATO nel 1999 in base alla decisione del 10 gennaio 1994 al vertice di Bruxelles di agevolare l'allargamento agli altri Paesi europei.
  • 24 marzo 1999: La NATO vede il suo primo impiego militare durante la guerra del Kosovo, dove per 11 settimane conduce, senza l'iniziale autorizzazione da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e sulla base del concetto giuridico internazionale di "ingerenza umanitaria" in soccorso delle popolazioni Albanesi-Kosovare oggetto di pulizia etnica da parte serba, una campagna di bombardamenti contro la Jugoslavia, composta ormai soltanto da Serbia e Montenegro che terminerà l'11 giugno 1999 (Operazione Allied Force).
  • 12 settembre 2001: La NATO invoca, per la prima volta nella sua storia, l'articolo 5 che stabilisce che ogni attacco a uno stato membro è da considerarsi un attacco all'intera alleanza. Questo avviene in risposta all'attacco terroristico dell'11 settembre 2001.[12]
Vertice della NATO 2002 a Praga (Repubblica Ceca).
  • 28 maggio 2002: Viene avviata la "collaborazione per la pace" (Partnership for Peace, PfP) con la Russia.
  • 21 novembre 2002: Durante il vertice di Praga (Repubblica Ceca) altri sette Stati sono invitati ad aprire dei colloqui per l'unione all'Alleanza: Estonia, Lettonia, Lituania, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria e Romania.
  • 10 febbraio 2003: Francia e Belgio rompono la procedura del tacito assenso riguardante la tempistica delle misure protettive a favore della Turchia in caso di una possibile guerra con l'Iraq. La Germania, pur non usando il suo diritto di rompere la procedura, annuncia il suo supporto al veto.
  • 16 aprile 2003: La NATO accetta di prendere il comando, in agosto, dell'ISAF (International Security Assistance Force) in Afghanistan. La decisione viene presa su richiesta della Germania e dei Paesi Bassi, che guidavano l'ISAF al momento dell'accordo. Il progetto viene approvato all'unanimità. Il passaggio del controllo alla NATO avvenne l'11 agosto, ed è, nella storia della NATO, la prima missione al di fuori dell'area nord-atlantica.
    Lo stemma dell'Operazione ISAF sotto Comando NATO
  • 19 giugno 2003: Comincia una radicale ristrutturazione dottrinale e organizzativa della NATO. Viene creata un'organizzazione militare bicefala: sono infatti istituiti ACO (Allied Command for Operations), con sede in Europa e responsabile delle Operazioni correnti e ACT (Allied Command for Transformation), con sede negli Stati Uniti d'America e responsabile della definizione delle strategie future.
  • 29 marzo 2004: Si completa il processo di adesione di Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia. È il quinto e più grande allargamento nella storia dell'alleanza.
  • Nel 2008 Albania e Croazia sono state ufficialmente invitate a far parte dell'Alleanza. La Macedonia del Nord, ai tempi nota come Repubblica di Macedonia, è stata momentaneamente esclusa per motivi di discordia con la Grecia.
  • Nel marzo 2009 la Francia ha annunciato, dopo 43 anni di assenza, di voler rientrare nel Comando Militare Integrato dell'Alleanza (eliminando così le storiche rivalità golliste con gli americani durante la Guerra Fredda e le difficili relazioni del 2003 riguardo alla guerra in Iraq).
  • Nell'aprile 2009 l'Albania e la Croazia hanno completato il processo di adesione: è il sesto allargamento nella sessantennale storia dell'Alleanza Atlantica.
  • Tra il 23 e il 24 marzo 2011 l'Alleanza Atlantica interviene militarmente nella prima guerra civile libica in aiuto ai ribelli e alla popolazione civile. Conducendo operazioni aeree e navali contro le forze lealiste del regime di Muʿammar Gheddafi per tutta la durata della guerra fino all'uccisione del Colonnello il 20 ottobre 2011. L'Alleanza si ritirerà poco più tardi (il 31 ottobre).
  • Il 2 dicembre 2015, il Montenegro è invitato a entrare nella NATO.[13] Dal 19 maggio 2016, nonostante il disappunto di Russia, Cina e Venezuela, è divenuto Stato osservatore in attesa della sua ufficiale entrata nel corso del 2017.
  • Il 5 giugno 2017 il Montenegro completa ufficialmente il processo di adesione: è il settimo allargamento nella storia della NATO.
  • Il 12 luglio 2018 la Macedonia del Nord è stata invitata a entrare nella NATO. Il 6 febbraio 2019 i rappresentanti dei 29 paesi membri della NATO hanno firmato il protocollo per il suo ingresso: con questa firma è stato avviato il processo di ratificazione da parte dei paesi membri ma intanto la Macedonia del Nord potrà partecipare alle riunioni come "invitato".[14]
  • Il 20 marzo 2020 il presidente della Macedonia del Nord, Stevo Pendarovski, ha firmato lo strumento di ratifica per l'adesione del paese balcanico alla NATO, dopo che il 17 marzo il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg, aveva annunciato la ratifica dell'accesso da parte del Senato spagnolo, l'ultimo organo legislativo chiamato fra quelli dei paesi membri dell'Alleanza ad approvare l'adesione di Skopje. Con l'avallo spagnolo, la Macedonia del Nord ha ricevuto il via libera da tutti i paesi membri ed è di fatto diventato il trentesimo membro dell'Alleanza atlantica.

Missioni[modifica | modifica wikitesto]

Le missioni più impegnative che hanno visto partecipe la NATO sono state in tutto 5 in due teatri principali: i Balcani e l’Afghanistan.

Modalità di adesione[modifica | modifica wikitesto]

Mappa cronologica delle adesioni alla NATO.
Cronologia delle adesioni alla NATO in Europa.

L'art. 10 del Trattato del Nord Atlantico descrive come gli Stati possano entrare nella NATO:[15]

«I membri possono invitare previo consenso unanime qualsiasi altro Stato europeo in condizione di soddisfare i principi di questo trattato e di contribuire alla sicurezza dell'area nord-atlantica ad aderire a questo trattato. Qualsiasi Stato così invitato può diventare un membro dell'organizzazione depositando il proprio atto di adesione al Governo degli Stati Uniti d'America. Il Governo degli Stati Uniti d'America informerà ciascun membro del deposito di tale atto di adesione.»

Questo articolo pone due limiti generali agli Stati per l'accesso:

  • solo Stati europei sono candidabili per l'ingresso
  • i candidati devono essere approvati da tutti i membri attuali

Il secondo criterio significa che ciascuno Stato membro ha diritto di veto, ovvero può decidere di porre delle condizioni per l'ingresso di un Paese. In pratica la NATO ha formulato un insieme di criteri-base che devono essere soddisfatti per aspirare all'accesso, ma in alcuni casi ci possono essere dei criteri aggiuntivi. Il caso più importante è quello della Turchia, che blocca l'ingresso di Cipro fino a che la disputa sull'isola con la Grecia non sarà risolta.

Non è invece mai stato un criterio riconosciuto quello secondo cui la NATO non si sarebbe estesa a est se l'URSS avesse consentito la riunificazione della Germania: questa rivendicazione russa[16] del contenuto di un colloquio verbale tra Gorbačëv e James Baker, infatti, non è mai stata accettata dalla diplomazia USA[17], che anzi negli anni Novanta sfidò l'irritazione russa propiziando l'ingresso della Polonia, dell'Ungheria e della Repubblica Ceca nell'Alleanza.

Piano d'azione per l'adesione (MAP)[modifica | modifica wikitesto]

Come procedura per i paesi che vogliono aderire (pre-adesione) esiste un meccanismo chiamato Piano d'azione per l'adesione o Membership Action Plan (MAP) che fu introdotto nel vertice di Washington del 23-25 aprile 1999. La partecipazione al MAP prevede per un paese la presentazione di un rapporto annuale sui progressi fatti nel raggiungere i criteri stabiliti: la NATO provvede poi a rispondere a ciascun paese con suggerimenti tecnici e valuta singolarmente la situazione dei progressi.

È previsto che entrino nel MAP i seguenti paesi:

Dialogo intensificato[modifica | modifica wikitesto]

L'altro meccanismo di pre-adesione è il Dialogo intensificato o Intensified Dialogue che è visto come passo precedente prima di essere invitati al MAP.

I paesi attualmente in questa fase sono:

Rapporti con paesi terzi[modifica | modifica wikitesto]

     Stati membri NATO

     Stati EAPC - PfP

     Stati del Dialogo mediterraneo

     Partner Globali

Un doppio schema tecnico-diplomatico di accordi è stato creato per aiutare la cooperazione tra i membri NATO e altri "paesi partner".

Partenariato Euro-Atlantico (EAPC)[modifica | modifica wikitesto]

Il Partenariato Euro-Atlantico, o Euro-Atlantic Partnership Council (EAPC), fu creato il 27 maggio 1997 al vertice di Parigi ed è un forum di regolare consultazione, coordinamento e dialogo tra la NATO e i partner esterni. È la diretta conseguenza del partenariato per la pace. I 23 paesi partner sono:

Ex Repubbliche sovietiche:

Paesi neutrali con economia di mercato durante la guerra fredda:

  • Austria Austria
  • Finlandia Finlandia
  • Irlanda Irlanda
  • Malta Malta - È entrato nel PfP nell'aprile 1995, ma il suo governo ritirò l'adesione nell'ottobre 1996 e decise di riaffiliarsi il 20 marzo 2008. La NATO l'accetta durante il summit di Bucarest del 3 aprile 2008.
  • Svezia Svezia - Nel settembre 2014 la Svezia ha deciso di uscire dallo status di 'paese neutrale' firmando un accordo con la NATO per supportare una stretta cooperazione militare con l'Alleanza. Tale accordo permette anche di poter effettuare esercitazioni militari congiunte, nonché la possibilità di dispiegare attrezzature militari NATO, con l'esclusione di armi nucleari, nel territorio svedese. L'Alleanza potrà fornire, su richiesta della Svezia, il dovuto sostegno e assistenza militare in caso di crisi. Il 25 maggio 2016 il Parlamento svedese ha definitivamente ratificato quell'accordo firmato con l'Alleanza denominato 'Host Nation Support Agreement'. Dal 1º luglio 2016 la NATO è dunque in grado di poter schierare le proprie truppe sul territorio della Svezia, sia in tempo di pace sia, soprattutto, in situazioni di crisi o di guerra.
  • Svizzera Svizzera

Paesi neutrali con economia socialista durante la guerra fredda:

Paesi "in attesa":

Partenariato per la pace (PfP)[modifica | modifica wikitesto]

Il Partenariato per la pace o Partnership for Peace (PfP) fu creato nel 1994 ed è basato su relazioni individuali e bilaterali tra la NATO e il paese partner: ciascuno stato può decidere l'intensità della collaborazione. È stato il primo tentativo di dialogo della NATO con paesi esterni, ma ora è considerato il "braccio operativo" del Partenariato Euro-Atlantico. È costituito in maniera principale, da membri operativi della NATO, ad esempio, membri START1991, e collaborano in tema di giustizia, per garantire i principali diritti internazionali, come i patti bilaterali tra Stati nel mondo, svolgono in tema politico-sociale la cooperazione al sostentamento umanitario. La sua azione operativa permette in diversi ambiti, quali sociale, politico, economico, giuridico, medico, ingegneristico, scientifico, artistico, la tutela e la conservazione di diritti umani nel mondo, promuovendo la cultura pacifica nei popoli. Nel 2017 la Colombia ha siglato accordi di partnership per la pace e collaborazione in vari ambiti militari con la NATO, divenendo il primo paese latino-americano legato alla NATO.

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Come già detto, la NATO rappresenta non soltanto una mera iniziativa di cooperazione militare, ma si configura come fondamentale strumento di collaborazione politica tra i Paesi membri, soprattutto nell'ambito dei processi decisionali afferenti materie di politica estera.

Per questo motivo, la NATO ha una duplice struttura: politica e militare. In linea con quanto accade normalmente nell'ambito dei sistemi istituzionali democratici dei Paesi membri, anche in questo caso la parte militare ha una posizione subordinata rispetto a quella politica, che, nelle sue diverse articolazioni, è espressione diretta della volontà dei popoli dei Paesi membri.

Struttura politica[modifica | modifica wikitesto]

Vertice dei ministri della difesa a Poiana Braṣov (Romania) nel 2004.

L'Alleanza è governata dai suoi trenta Stati membri, ognuno dei quali ha una delegazione presso la sede centrale della NATO a Bruxelles.

L'organizzazione politica della NATO è basata sulla regola del consenso unanime e comprende:

  • il Consiglio Atlantico (North Atlantic Council, NAC): è formato dai Rappresentanti permanenti, ed è l'organismo con l'effettivo potere politico all'interno della NATO. Si riunisce almeno una volta a settimana e occasionalmente vengono realizzati con l'integrazione di Ministri degli esteri, Ministri della difesa o Capi di Stato e di governo: questi incontri sono quelli in cui solitamente l'alleanza prende le decisioni politiche più importanti;
  • l'Assemblea parlamentare (Parliamentary Assembly): è formata da legislatori dei parlamenti dei Paesi membri integrati da quelli di tredici paesi associati. È ufficialmente una struttura parallela, ma staccata dalla NATO: il suo scopo è quello di riunire deputati dei paesi NATO per discutere di temi relativi alla sicurezza e alla difesa;
  • il Segretario generale (Secretary General, NATO SG): proviene da uno dei Paesi membri europei, presiede il Consiglio e rappresenta la NATO a livello internazionale, ed è affiancato dal Vicesegretario generale (Deputy Secretary General, NATO DSC).[18]

Struttura militare[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Struttura militare della NATO e Comandi e basi della NATO.
Il presidente USA Bush e i primi ministri dei sette nuovi Stati membri.

L'organizzazione militare della NATO è articolata in vari comandi con sedi nei diversi paesi membri. Al vertice è costituita da:

È guidato da un presidente (un ufficiale generale) ed è formato dai rappresentanti militari dei Paesi membri e ha il compito di decidere le linee strategiche di politica militare della NATO. Provvede inoltre alla guida dei comandanti strategici, i cui rappresentanti partecipano alle sedute del Comitato, ed è responsabile per la conduzione degli affari militari dell'Alleanza. Il rappresentante militare è l'altra figura rilevante della delegazione permanente dei Paesi membri presso la NATO ed è un ufficiale con il grado di generale di corpo d'armata o corrispondente che proviene dalle forze armate di ciascun paese membro.

Dal Military Committee dipendono:

  • Stato maggiore militare internazionale (IMS), responsabile dell'amministrazione degli enti militari;
  • Comando alleato della trasformazione (ACT) con sede a Norfolk negli Stati Uniti, responsabile della redazione delle strategie future e dell'elaborazione della dottrina operativa, logistica e addestrativa NATO;
  • Comando alleato delle operazioni (ACO) con sede a Mons in Belgio, responsabile delle attività di comando sulle forze NATO impiegate in operazioni, nonché in capo agli enti territoriali dislocati in Europa.

Segretari generali[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Segretario generale della NATO.

Stati membri[modifica | modifica wikitesto]

Foto di gruppo dei presidenti dei 30 Paesi della NATO, in occasione del meeting speciale tenutosi il 24 marzo 2022, per discutere in merito all’invasione russa dell’Ucraina

I membri della NATO sono attualmente 30. Di questi, 22 sono anche membri dell'Unione europea, mentre 24 di questi erano membri a vario titolo (membri effettivi, membri associati, paesi osservatori, partner associati) dell'Unione dell'Europa occidentale (UEO), che con il Trattato di Lisbona è passata sotto il controllo UE. Per questo, negli ultimi anni il peso dell'UE è andato sempre più in crescendo nelle decisioni NATO. Dal 2017 il Montenegro si aggiunge alla lista dei 28 paesi, segnando il definitivo arretramento russo nei Balcani. Nel 2020 anche la Macedonia del Nord entra a far parte dell'alleanza. Di seguito l'elenco dei 30 membri:

Adesione Stato Allargamento Note
4 aprile 1949 Belgio Belgio fondatori
Canada Canada
Danimarca Danimarca
Francia Francia[19] La Francia si era ritirata unilateralmente dal Comando Militare Integrato nel 1966. Da allora ha partecipato solo alla struttura politica sino all'annuncio ufficiale di rientro del 2009, quando le sue Forze Armate sono state reintegrate nell'Alleanza.
Islanda Islanda
Italia Italia
Lussemburgo Lussemburgo
Norvegia Norvegia
Paesi Bassi Paesi Bassi[19]
Portogallo Portogallo
Regno Unito Regno Unito[19]
Stati Uniti Stati Uniti[19]
18 febbraio 1952 Grecia Grecia primo allargamento La Grecia ha ritirato le proprie forze dal comando militare dal 1974 al 1980 a causa delle cattive relazioni con la Turchia risultanti dall'invasione turca di Cipro nel 1974.
Turchia Turchia
9 maggio 1955 Germania Germania secondo allargamento Come Germania Ovest. La Saarland è stata riunita nel 1957, mentre i territori di Berlino Ovest e della Germania Est sono stati riuniti il 3 ottobre 1990.
30 maggio 1982 Spagna Spagna terzo allargamento La Spagna è entrata, però, a far parte della struttura militare integrata solamente nel 1998.
12 marzo 1999 Polonia Polonia quarto allargamento
Rep. Ceca Rep. Ceca
Ungheria Ungheria
29 marzo 2004 Bulgaria Bulgaria quinto allargamento
Estonia Estonia
Lettonia Lettonia
Lituania Lituania
Romania Romania
Slovacchia Slovacchia
Slovenia Slovenia
4 aprile 2009 Albania Albania sesto allargamento
Croazia Croazia
5 giugno 2017 Montenegro Montenegro settimo allargamento
27 marzo 2020 Macedonia del Nord Macedonia del Nord ottavo allargamento

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ NATO Communiqué Washington, 17th September 1949, su nato.int. URL consultato il 4 aprile 2012 (archiviato il 6 dicembre 2006).
  2. ^ (EN) Defence Expenditure of NATO Countries (2010-2018) [https://web.archive.org/web/20190319131111/https://www.nato.int/nato_static_fl2014/assets/pdf/pdf_2019_03/190314-pr2018-34-eng.pdf Archiviato il 19 marzo 2019 in Internet Archive.]
  3. ^ . L. Harper, La guerra fredda. Storia di un mondo in bilico, pp. 98 e 305.
  4. ^ Nato, cos'è l'Alleanza Atlantica e quali sono i Paesi membri, Sky TG24, 14 febbraio 2022
  5. ^ Frédéric Bozo, Two strategies for Europe: De Gaulle, the United States, and the Atlantic Alliance [2 ed.], 0847695301, 9780847695300, Rowman & Littlefield, 2001.
  6. ^ "Se il legame con gli Stati Uniti fosse rimasto bilaterale, al di fuori della NATO, gli interventi segreti, o covert, degli americani si sarebbero probabilmente intensificati. Basti ricordare come nel 1948 il direttore del Policy Planning Staff George Kennan, mentre osteggiava la candidatura italiana al Patto Atlantico, presentasse un piano segreto per la messa fuori legge del PCI": Alessandro Brogi, Orizzonti della politica estera italiana: Stati Uniti, Europa e Mediterraneo (1945-1960), Franco Angeli, 2004, Passato e presente: rivista di storia contemporanea. Fascicolo 62, 2004, p. 18.
  7. ^ Consensus decision-making at NATO, su nato.int, NATO, 14 marzo 2016. URL consultato il 28 marzo 2011 (archiviato il 24 marzo 2011).
  8. ^ Per il suo riflesso protezionista in economia, v. Roberto Mania, Calenda: 'Così finisce l'idea della globalizzazione' , La Repubblica, 10/11/2016, p. 15.
  9. ^ Domenico Cacopardo, Trump rimarrà populista cafone?, ItaliaOggi, 10 novembre 2016, p. 5.
  10. ^ Trump says Nato 'no longer obsolete', BBC news, 13 aprile 2017 Archiviato il 3 agosto 2019 in Internet Archive..
  11. ^ Sebastian Reyn, Atlantis Lost: The American Experience with De Gaulle, 1958-1969, Amsterdam University Press, 2010, ISBN 978-90-8964-214-1.
  12. ^ (EN) Comunicato stampa NATO - (2001) 124 - 12 settembre 2001 Archiviato il 25 dicembre 2018 in Internet Archive.
  13. ^ Valentina Santarpia, La NATO sfida la Russia e invita il Montenegro, 2 dicembre 2015. URL consultato il 2 aprile 2017 (archiviato il 3 aprile 2017).
  14. ^ NATO Allies sign Accession Protocol for the future Republic of North Macedonia, su nato.int. URL consultato il 3 aprile 2019 (archiviato il 9 febbraio 2019).
  15. ^ Trattato del Nord Atlantico, Washington D.C., 4 aprile 1949, su nato.int. URL consultato il 4 aprile 2008 (archiviato il 30 gennaio 1998).
  16. ^ (EN) Bill Bradley, "A Diplomatic Mystery", in Foreign Policy, no. 174 (September 2009): 30.
  17. ^ (EN) Mary Elise Sarotte, "Not One Inch Eastward? Bush, Baker, Kohl, Genscher, Gorbachev, and the Origin of Russian Resentment toward NATO Enlargement in February 1990", in Diplomatic History, 34, no. 1 (January 2010): 119-140.
  18. ^ Valentina Pop, NATO talks on Rasmussen impact EU-Turkey relations, Euobserver, 4 aprile 2009. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato il 3 gennaio 2012). e Copia archiviata, su todayszaman.com. URL consultato il 13 luglio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2009)..
  19. ^ a b c d Ai sensi dell'Art. 6 del Trattato i territori mutuamente difesi dall'alleanza sono, oltre alle nazioni costituenti l'Alleanza, le isole situate sotto la giurisdizione di una delle parti della regione dell'Atlantico settentrionale a nord del Tropico del Cancro.

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In blu la NATO ed in arancione il CSTO

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