Perdere clienti, un DM alla volta

Una settimana fa ho scoperto che nel palazzo dove vive mia madre é disponibile il collegamento in fibra FTTH. Tra l’altro, ad un prezzo mensile piú basso dell’attuale collegamento FCCT.

Adesso paga intorno ai 50Euro al mese per 100M/20M, contro i 29Euro al mese per 1G/200M.

Dato che FTTH arriva tramite Openfiber, ne approfittiamo anche per abbandonare TIM che non offre niente di meglio che un eventuale FTTC in EVDSL a 200M.

Tramite il portale di Openfiber scopro che ci sono una moltitudine di operatori che possono offrire il collegamento. Ho scelto quindi quello che mi era più familiare e che eviterò di nominare direttamente (quello rosso, con il logo a forma di goccia).

Sono andato sul sito e ho compilato il loro form di acquisto per una nuova linea inserendo indirizzo, codice fiscale, dati del documento di identità, ecc.

Peccato che il loro flusso di acquisto si sia bloccato al momento di inserire i dati di domiciliazione e pagamento.

Ho riprovato più volte cambiando computer, browser, rete, ma avevo sempre lo stesso problema: non riuscivo a pagare. Appena mi inoltrava la portale di pagamento, si bloccava tutto con un errore incomprensibile.

Li avrei chiamati, ma io ho un numero austriaco e non posso comporre il numero del loro centralino, e nemmeno uno dei numeri verdi che hanno in bella evidenza sul sito.

Mi sarei fatto chiamare, dato che basta inserire il proprio numero sul sito e ti contattano loro, ma chiaramente il mio numero austriaco non era contemplato nelle loro possibilità.

Allora ho segnalato il problema su Twitter, dove un team di gentilissimi addetti al customer service mi ha prima risposto in pubblico e poi contattato in privato. In cinque giorni di tempo mi hanno fatto riprovare il flusso almeno 10 volte. Ho anche fatto uno screencast per mostrare il problema che non erano in grado ti comprendere e replicare.

Ad un certo punto mi hanno detto: “buone notizie, riprova adesso che funziona!”

Allora ho riprovato dall’iPhone, e avevo sempre lo stesso errore.

Risposta: “eh ma, non puoi riprovare dal PC?”

Sono andato al desktop, e ho riprovato. Con un altro operatore. Quello arancione, con il vento e il numero nel nome.

In 5 minuti ho completato l’acquisto con domiciliazione. Neanche un’ora dopo avevano gia contattato mia madre per fissare l’appuntamento di attivazione della linea che avverrà tra meno di due giorni.

Conclusione: bello il social customer service, ma se non hai le basi, non vai lontano. In questo momento c’é un operatore telefonico con un flusso di acquisto rotto, che fa perdere 5 giorni di tempo a chi glielo segnala. Facciano un po’ loro.

Ah, ho riprovato anche da desktop… non va.

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Due storie di pagamento elettronico

Quella triste

Qualche settimana fá, ho fatto la spesa in un supermercato di una nota catena tedesca. Ho comprato una trentina di euro di cibo e sono andato a la cassa a pagare.

La persona in fila prima di me ha tentato di pagare con il bancomat, ma la cassa ha negato la transazione. La commessa le ha detto che erano diverse ore che il sistema non funzionava bene e le ha fatto provare un’altra carta di pagamento. Transazione completata.

Arriva il mio turno e come al solito tento di pagare con Apple Pay. Transazione negata. Allora riprovo con la VISA fisica. La cassa accetta la transazione e poi si blocca. Dopo dieci minuti eravamo ancora lì ad aspettare che la cassa si riavviasse.

Nel frattempo mi era arrivato l’SMS di conferma transazione della mia banca per cui ero tranquillo di aver pagato e stavo solo aspettando lo scontrino.

Dopo venti minuti la cassa riparte ma non ha memoria della mia transazione. Io faccio presente di avere un SMS di conferma. La cassiera va a chiedere consiglio alla sua collega, la quale chiama qualcuno al telefono, confabulano e riagganciano.

“Dobbiamo ripetere il pagamento e, nel caso, se la sbrigherà con la sua banca in caso di doppio pagamento”.

Ho fermamente rifiutato la proposta, preso la mia busta, e me ne sono andato, generando un po’ di scompiglio.

Un tizio mi ha inseguito, dichiarandosi il responsabile di area, e intimandomi di fermarmi o avrebbe chiamato la polizia. Io l’ho invitato a procedere pure, ma che comunque io stavo andando a casa, quindi arrivederci e grazie.

A questo punto, dopo essere stato preso a urla dentro il negozio, e inseguito nel parcheggio, ho ricordato al tizio che erano loro a dover emettere scontrino fiscale, semmai. Se il loro sistema non era in grado di funzionare correttamente non era affare mio, dato che io ero certo di aver pagato e quindi ero il proprietario della mia busta della spesa e soprattutto della libertà di andarmene a mio piacimento.

Alla fine ci siamo accordati per lasciare il mio numero di telefono nel caso in cui ci fosse un ammanco di cassa per via della mia transazione incompiuta (a dir loro). Inoltre l’accordo prevedeva che se la transazione fosse stata corretta, mi avrebbero chiamato per scusarsi.

Son tre settimane buone, e nessuno si è degnato di farsi vivo. Chiaramente la transazione è avvenuta correttamente come dichiarato dalla banca via SMS.

Quella allegra

Ieri stavo spulciando gli estratti conto della mia carta di credito quando ho notato una doppia transazione alla fine di novembre.

In effetti, mi è venuto in mente, avevo ordinato un sushi via web, mentre ero a passeggio e il sito del negozio di delivery mi aveva inizialmente rifiutato una transazione AMEX, quindi avevo poi concluso l’ordine tramite PayPal. Probabilmente la prima transazione non era fallita, e quindi erano stati accreditati due importi da 87 Euro e 50 centesimi.

Prima di contestare la transazione con AMEX, ho scritto una mail al negozio di sushi spiegando l’accaduto.

Pochi minuti fa il titolare mi ha telefonato, dicendo di aver verificato le transazioni, e scusandosi profusamente per l’accaduto. Mi ha dato il suo numero diretto e mi ha proposto di restituirmi la somma scalandola dai prossimi ordini.

Conclusione

Anche i sistemi di pagamento elettronico possono avere problemi, a volte vieni insultato come un malfattore dal “responsabile di area” idiota, e a volte scopri titolari di negozi meravigliosamente attaccati al proprio business che conquistano clienti a vita.

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Nella mia esperienza

Mi sono accorto che a volte, d’utente una discussione, tendo a difendere le mie posizioni usando argomenti assoluti. Per esempio “l’omeopatia è una stupidaggine pericolosa”!

Questo, indipendentemente dalla sua veridicità ha due problemi: il primo è che normalmente l’interlocutore si contrappone con equivalente assolutismo e nessuno dei due cambia la propria posizione, e il secondo è che molto spesso è palesemente una forzatura.

Per quanto indubbiò che l’omeopatia sia una stupidaggine pericolosa, ci sono tante altre occasioni in cui la mia tesi è molto meno solida.

Per questo motivo ho iniziato ad usare la formula “nella mia esperienza …”. In questo modo il mio argomentate è molto più intellettualmente onesto.

“Nella mia esperienza, l’omeopatia è una stupidaggine pericolosa”. Suona meglio, ed è molto più convincente.

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L’unica cosa che mi manca veramente

L’unica cosa che mi manca veramente da quando sono iniziate le restrizioni per COVID-19 è andare a mangiare fuori.

Andare a provare ristoranti nuovi e visitare quelli preferiti era una bella attività che mi manca molto.

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